a certi dischi si giunge inseguendo scie, piste o tracce. fa parte del ricercare di un curioso.
inseguire le traiettorie di Robert Wyatt è cosa buona e giusta. lo è ancor più in questi tempi in cui artisti (con A maiuscola e statura imprescindibile) come lui sono privilegi preziosi. per queste vie si giunge (con la giusta fortuna) ad un disco dell’anno passato sfuggito all’attenzione dei più e di conseguenza pure mia.
la titolare del disco in questione è Sophia Domancich, pianista e ricercatrice francese fuori dall’occhio di bue del mainstream e del clamore condiviso. collaborazioni e perigrinazioni l’hanno portata a stringere legami e contatti con ricercatori come lei, a condividere sperimentazioni e possibili percorsi comuni attorno al concetto di un possibile songwriting odierno. l’estrazione jazzistica non esula questa possibilità, anzi la nobilita.
Snakes and Ladders (Cristal Records/Believe Digital, 2010) è un disco di canzoni e collaborazioni, intimo e caldo come un segreto, privato e solitario come gli istanti che ciascuno vorrebbe ritagliare per sé. una quindicina di bozzetti, schizzi rimarcati a matita costituiscono un canzoniere sconvolgente per essenzialità e fine fattura. ad impreziosire questi esercizi la pianista ha chiamato attorno a sé Robert Wyatt, John Greaves, Ramon Lopez, Himiko Paganotti e Napoleon Maddox per cantare e condurre altrove queste ipotesi di canzoni dell’anno 2010.
mistica, intimità, calore della solitudine e segreti notturni racchiusi nella mestizia di canzoni sussurrate, accennate, torch songs per adulti, ballads da portare in tasca segretamente. non ho altro da aggiungere se non ripetere che seguire le traiettorie di Robert Wyatt è cosa buona e giusta. e così sia. buon ascolto.
Sophia Domancich Snakes and Ladders
…ottimissimo borg!!
trovo sensazionale (veramente!) la copertina con porci e cani!!
disco magnifico.
.. è veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza…