vidi Superfly un sacco di tempo fa, in vhs e con un mucchio di aspettative. conoscevo quel disco, lo possedevo in vinile e lo percepivo già come fondamentale. se quella era la colonna sonora, che film mai mi sarei dovuto aspettare?
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1972, Gordon Parker Jr. decide di ricalcare le orme del padre e di realizzare questo film sull’onda del successo di Shaft e della sua colonna sonora realizzata da Isaac Hayes. la blaixplotation incombe fra ritmiche funky, volti black mescolati a storie di mala, sesso, droga e violenza. l’inizio è da sogno, folgorante: Freddie’s Dead strumentale ed una Cadillac Eldorado luccicante e lussuriosa a gongolarsi per le strade della grande mela!
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ma il film non decolla. la sceneggiatura ricalca le storie di perdizione, redenzione e finale scontato e lieto dell’eroe. il riscatto attraverso l’abisso del peccato, l’ultimo grande colpo nel mondo dello spaccio per affrancarsi completamente dal male. dialoghi da fotoromanzo e finti pugni. poco sangue e allusioni esplicite.
Ron O’Neal (il protagonista nei panni di Youngblood Priest) è un campionario di abiti al limite del trash seventies, dubbie acconciature pilifere e un proliferare di mala recitazione che si potrebbe quasi scambiare per voluta. impossibile non evocare certo cinema italiano da Milano violenta e polizia incazzosa. ma qui le Giulia sono Cadillac, la Bovisa è Harlem e la colonna sonora la succitata.
tanto per farsi un’idea potrebbe bastare una scena cardine in cui Youngblood è alle strette nella classica location da banchina del porto. scazzottata e dichiarazione di principio, uscita a testa alta e Actor’s Studio lontano nei secoli.
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ma ciò che stride e meraviglia è pur sempre quella soundtrack prestigiosa pensata e voluta da un genio della black music. a volte basterebbe davvero chiudere gli occhi e lasciare che le immagini si allontanino. dentro quel sound c’è molto di più di quanto molti fotogrammi avrebbero voluto dire a proposito di quel movimento che fu la blaixplotation, la classe innata di Curtis Mayfield prestata ad una pellicola non all’altezza e che probabilmente soggiacerà per lasciare la gloria al solo disco. anche il piccolo cameo (Pusherman) nei panni di sè stesso non basterà a fare lievitare la caratura artistica del film.
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il botteghino non regalerà le stesse soddisfazioni di Shaft e un pessimo tentativo di replica (Superfly T.N.T.) l’anno successivo (da annoverare fra i grandi b-movies) getteranno l’intera operazione in pasto ad un culto più di maniera che altro. si salverà l’immaginario, qualche look fra afro e Corleone e quella benedetta musica che credo sia imperdonabile non possedere…Give Me Your Love è la perfezione, Little Child Runnin’ Wild l’essenza soul, Superfly da riascoltare una volta in più!
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pur essendo caduto (piuttosto recentemente) nella trappola mortale della colonna sonora non ho ancora avuto modo di recuperare il film. non che mi freghi qualcosa, ma si tratta di completismo e della voglia di aver visto ogni cosa 🙂
vedilo, non che mi freghi qualcosa (grand.op.cit.)!
quel disco dev’essere in ogni tipo di classificazione degna di chiamarsi tale, foss’anche un Top 1, ogni mia altra parola inopportuna!
Hai citato alcuni “poliziotteschi” italiani anni ’70…volevo sapere se hai visto, e cosa ne pensi del film noir di Fernando di Leo “Milano Calibro 9”.
Non è un poliziottesco…io lo salverei
Sante parole, caro Borguez. Il guaio è che è uscita anche la sontuosa 25th Anniversary Deluxe Edition, curata dalla Rhino. Ormai si può solo sperare di campare sufficientemente a lungo da poter comprare i dischi a 50 anni dall’uscita (poiché ovviamente tra venticinque anni ne uscirà un’altra contenente 78 demo e alternate tracks, la bambola gonfiabile di Pam Grier e il cappotto di Adolfo Celi, che fa tanto seventies. Il tutto a 9000000000000000 euro, e il tutto ovviamente di somma inutilità. Ma è “Superfly”, e io accenderò un mutuo).
ma che strano luCa, quel film non l’ho visto ma ho appena apposto una “v” a fianco di una suntuosa lista di dvd che un mio amico possiede e che sarebbe lieto (credo) di prestarmi!
se tu lo salvi, io mi propongo seriamente di vederlo!
Ma come ti è venuto in mente il cappotto di Adolfo Celi, caro Hank?
Metterei sotto naftalina anche quello di Fernando Rey indossato sul set del Braccio Violento della Legge, tanto per fare magazzino!
Come associazione d’idee!
Non amo molto quelle operazioni di cofanetti deluxe o svuotamento degli scaffali impolverati, anche se la Rhino meriterebbe sempiterna devozione! Almeno non quando si rendano effettivamente necessari (non è questo il caso)!
Superfly, young DUDE!
Si credo che lo salverei “Milano Calibro 9”.
Certo che anche qui ogni tanto vola qualche cazzotto coreografato nello stile di quegli anni…eheheh…tuttavia non ci trovi il commissario protofascista che tra inseguimenti e sparatorie sgomina (tutto da solo) gigantesche organizzazioni malavitose.
E’ un film della mala vista da dentro la mala. Malavitosi che hanno a che fare con altri malavitosi. E il commissario??? Beh almeno questo film rispecchia la realtà…lavora dietro una scrivania.
Sai che ti dico? Nel prossimo post di Loudy Chronicles metterò la recensione al film.
lo attendo allora e magari provo a bruciarti sul tempo e a vederlo anticipatamente!
a presto
Grazie Borguez per avermi fatto scoprire questo incredible disco.
Cacchio che album!!
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