anche questa è una storia che mi piace raccontare. una storia che ha percorso un bel po’ di strada e che pensavo si fosse docilmente incamminata verso l’oblio e invece scopro (felicemente) di essermi sbagliato. storia dilatata, dai tempi imprecisi e per sua natura sfuggente.
nella primavera del 2006 mi imbattei in un disco. incontro fortuito e distratto, di quelli che ti possono rubare l’orizzonte sonoro e non restituirtelo più. lessi una piccola recensione e mi misi sulle piste di due fratelli finlandesi che avevano inciso un lavoro strumentale che portava ragione sociale e titolo medesimi: The Gentelman Losers!
quei suoni furono la colonna sonora subliminale di un’intera estate passata all’Hana-bi, dilatarono i tramonti e addensarono le notti. un loop morbido e chitarre rallentate su tappeti polverosi, il paesaggio di John Ford pensato nella tundra finlandese. davvero difficile esplicarlo…
colpì l’attenzione di molti (dei più attenti) e di alcuni dei musicisti di passaggio live su quel palcoscenico. credo di averne riprodotte almeno 5 o 6 copie per ogni volta che qualcuno ripartiva e si voleva portare via un souvenir di quella spiaggia e di quell’estate. poi ci fu l’interessamento di Chris e Alessandro “Cecca” Ceccarelli per portare il duo in tour in Italia. fu difficile e incerto come l’autunno che sopraggiunse, sempre più improbabile e infine, per vari motivi si dovette desistere. rimase quel disco (The Gentleman Losers The Gentleman Losers) assieme a tutti i ricordi che si portava dietro, ad un myspace in disuso e a sparute e frammentarie notizie evanescenti.
Samu Kuukka e Ville Kuukka parevano dati per dispersi nelle lande di Turku (Finlandia): e ci sarebbe potuto anche stare! un one shot perfetto e mortale, definitivo. debutto e finale in un solo atto. un disco consegnato al flusso del tempo che qualcuno, fra qualche decennio, avrebbe riscoperto e glorificato e ricoperto di aggettivi statuari.
e invece, alla stessa maniera improvvisa e insondabile del loro esordio, mi giunge notizia e materia di un seguito, di un prosieguo. medesima etichetta tedesca (City Centre Office), medesima formazione (va da sé) e parimenti la struttura sonora.
Dustland è il titolo! 12 episodi strumentali che riprendono il sentiero dove pareva sfumato e interrotto. chitarre, beat d’ovatta e loop ipnotici. una slow motion di colonne sonore immaginifiche, fra la polvere e la frammentazione sonora. lo stesso mixer Telefunkun ritrovato in soffitta, cimelio dei ’50 e responsabile di un suono denso, caldo e carnoso.
si sono cercate coordinate e riferimenti e confini. Labradford, Vincent Gallo e il Badalamenti Angelo. il Neil Young di Jarmusch e Brian Eno. Stars of the Lid, Daniel Lanois, certa psichedelia acustica dei ’70 e naturalmente Morricone. tutto vero e tanto altro ancora.
un disco immenso in cui perdersi per non ritrovarsi se non cambiati. ampio di spazi nascosti, notturno e canicolante allo stesso tempo. smarrito…
questa è Spider Lily, la decima pista. se qualcuno è in grado di raccontarla lo faccia, più sotto c’è spazio. io non posso far altro che consegnarla.
forse è sgualcita l’impressione di una prima volta, l’effetto sorpresa, forse è difficile ripetersi, il primo disco fu folgorante e questo pure lascia a suo modo attoniti, ma l’impressione e di uno dei grandi scenari musicali di questo tempo (o del tempo che ciascuno sta vivendo). portatelo con voi, non vi lascerà più…
Sembrano i Boards Of Canada dimenticati nel freezer……..o Badalamenti decaffeinato…………..certo, sono evocativi, ma da qualunque parte la giri, a questa musica non riesco a trovare uno spigolo che sia uno………….scivola, ecco il termine giusto: scivola………..mi piace, ma va indispensabilmente fruita con supporto di adeguati scenari naturali da contemplare (mari, tramonti, cieli rossi, distese di sabbia, ecc.) o potrebbe risultare fatalmente sedativa………….
Hermitage
Ho amato il primo album, non avevo la minima idea che ci fosse il secondo in uscita. Grazie
…perchè in realtà questo bellissimo disco non è in uscita. Quantomeno non c’è una data, non si sa se e quando. Paradossi della rete.
comincio col rispondere a Diego…
i due fratelli Kuukka ci hanno abituati all’evanescente e all’impreciso. appena mi è giunto il disco ho fatto il tuo stesso ragionamento: vado a cercare qualche riferimento!
poco o niente ho trovato!
ma il disco (ascoltato) è inequivocabilmente fratello del precedente!
capiremo qualcosa di più in seguito. per ora sbattiamo il grugno nei paradossi della rete e ci teniamo questo disco bellissimo (parole tue).
ben arrivato idioteque84!
ciò che hai scritto è esattamente il succo del mio post!
prego, a presto!
anche Hermitage ha ragione da vendere.
non ho ben compreso se la sua sia una critica oppure un elogio… in ogni caso io debbo solo aggiungere ciò che già ho scritto nel post. ci sono dischi che ti si appiccicano addosso per ragioni estranee alla mera qualità della musica. entrano nella tua vita e nella tua memoria per vie impervie e laterali, e da lì non se ne vanno più!
il primo disco ha fatto ciò! è vicenda personale che ho cercato di narrare, vicenda soggettiva, sia ben detto.
la sorpresa di scoprire il seguito mi ha indotto a buttare giù queste righe!
l’entusiasmo mi sia concesso….
dimenticavo…
buon fine settimana
“anche Hermitage ha ragione da vendere.
non ho ben compreso se la sua sia una critica oppure un elogio”
In verità non ho le idee molto chiare in merito………..
…….tuttavia penso che musica come questa me la godrei veramente, ad esempio, come colonna sonora di un film di Godfrey Reggio, con sequenze di scenari naturali (e non) sapientemente rallentate od accellerate all’occorrenza……….
Buon fine settimana anche a te ed ai frequentatori del blog.
Hermitage
…evanescenza e imprecisione mi sembrano i termini più calzanti…geografia o morfologia del territorio non saprei…penso ad un paesaggio lunare, ma anche ad una cascata in mezzo ad una foresta equatoriale…
…Ho provato a chiudere gli occhi…
…ho visto un irsuto ciclope…camminare lentissimo…il suo sguardo (aereo), scrutava una tundra preistorica…poi, sempre lentamente, ha raccolto con la leggerezza di una foglia un bambino molto piccolo che giocava tra i sassi…se lo è avvicinato molto vicino agli occhi tenendolo sul palmo della mano…poi…con lo stupor dell’occhio bovino…ha lanciato un timido sorriso…
…Poi, con un balzo nervoso, come uno scatto articolare nel primo sonno, come un risveglio da “mioclono notturno”…ho spalancato gli occhi…e ho visto un aracnide…che mi penzolava davanti al naso…
telefunken
ciao borguez!
complimenti per questo tuo splendido forum che non coscevo ed ho trovato per caso a proposito di questa (splendida) entrata sui GL: adesso ho il tuo feed e ti seguirò! 😉
quanto ai Gentleman… bhà verosimilmente li ascolto da tre giorni in loop senza essermene mai stancato, mi stanno piacendo da matti, e non saprei nemmeno se questo nuovo Dustland superi l’omonimo del 2006: piuttosto me ne pare l’ideale polveroso seguito, come una lunga passeggiata con la neve a mezza gamba ripresa dopo un breve attimo di riposo. a contemplare l’immenso.
non saprei nemmeno presentare del disco riferimenti corretti, non almeno per adesso che ne sono così rapito.. ma mi sembra che l’insegnamento di Mark Nelson sia qui elevato alla torbida potenza della calma analogica, fratto il peso di una spessa coltre di neve fresca.
mi ricorda certi gruppi come i Lanterna o i Landing o certi Hammock, (o persino i Balmorhea, ma con meno spunti sinfonici nè contrappunti ritmici) ma in nessuno e sottolineo in nessuno c’è questa stessa densa voglia di raccontare, e di farlo in maniera quieta.
ciao a davide,
grazie per i complimenti che ti rigiro immantinente per la tua competenza e per l’acutezza delle tue osservazioni. ci troviamo d’accordo evidentemente. ho apprezzato il tuo tentativo di descrivere e catturare questa musica, che più di una musica mi pare un paesaggio, e forse neppure un semplice paesaggio naturale (ma comunque…).
di certo “in maniera quieta” (come dici tu), e su questo non ci nevica!
sai perfettamente che sei il benvenuto in questo blog in cui principalmente si parla di musica, come spero di esserlo io nel tuo (mi sono già un poco intrufolato fra carabottino e pappafico)!
a presto,
buon vento
inutile dire che nel mio primo mess avevo scritto “forum” per puro lapsus freudiano: non volevo certamente sminuire il valore del tuo operato di blogger, ma debbo dire che hai un seguito di commentaries di primissimo ordine.. il che rende questo tuo spazio molto più di un banale blog personale! (tipo il mio, tanto per non fare nomi.. ahah)
ps.
un altro nome a cui potrebbero essere accostati, almeno a livello di sensibilità verso certe tematiche introspettive ed al tempo stesso descrittive, potrebbe essere quello di Keith Kenniff!!! (alias Helios / alias Goldmund.. ;-))
analogo il criterio compositivo, mi pare però diversa nel caso dei Kuukka (ma sono fratelli?) lo spettro delle sonorità cui sono disposti ad immergersi, assai più ristretto, ma per la stessa ragione conseguentemente anche più deciso e personale.
(Kenniff ha fatto un sacco di roba insomma… questi sono agli inizi!)
Goldmund, certo… ho apprezzato assai il suo ultimo lavoro!
la tua competenza ti/mi rende onore. ora saprò di avere un lettore attento e appropriato. mai pensato a dilettarti nella scrittura musicale?
il tuo blog è assai pieno di cime e bompressi (e ti capisco), ma la tua competenza merita spazi adeguati!
ogni suggerimento è ben accetto, anche andando fuori tema, anche esondando, scuffiando!!!!
preziosi commenti sono sempre graditi e rinfrancano, nella bonaccia culturale che ci circonda!
a presto!
ah ah ah
scuffiando meglio no caro borguez, ti prego almeno quello non augurarcelo! ;-))
quanto a me.. guarda che sono un semplice appassionato eh?
competenza io? naaaaaaaaaaa.. ho solo, semmai e me lo riconosco, un elevato senso critico, e dato che ascolto parecchia musica poi mi è inevitabile cercarne la corretta lettura ed interpretazione (ho fatto in gioventù un paio di anni di preparazione all’esame quinquennale di pianoforte, prima di abbandonare causa overdose di solfeggio, e magari quello studio micidiale adesso mi stia servendo da adulto per meglio assimilare i miei ascolti? chissà!)
per il resto scrivere mi piace molto e dei dischi che mi colpiscono di più non esito mai a tracciarne un quadro di bilancio scritto, ma raramente sono vere e proprie recensioni, il più delle volte sono note d’ascolto ad uso personale, e come tali non meritano proprio “spazi adeguati”!! 😉
(e poi un blog solo basta ed avanza.. ho pensato più di una volta di aprire un m-blog, ma già seguire quelli a cui sono abbonato mi costa fatica, figuriamoci averne uno mio da gestire!)
..piuttosto ho scoperto il sito RYM (rateyourmusic.com ..conosci?) molto utile per tener memoria dei miei ascolti e che mi permette di lasciare delle tracce scritte, quando queste saltano fuori.. per ora mi basta quello.
Goldmund: se hai sentito “The Malady of Elegance” del 2008 allora mi tocca invitarti caldamante all’ascolto del primo lavoro che si chiamava “Corduroy Road” uscito nel 2005.
credo sia uno dei dischi di modern classic più belli che io abbia mai sentito.. semplicemente perfetto dal punto di vista formale, indovinatissimo nel gusto melodico e d’orchestrazione! (ne scrissi infatti una “nota” sbrodolatissima e piena d’elogi.. ahah)
la veste di Kenniff più prossima ai GL comunque sarebbe quella di Helios, un vero mago dell’ electro-acoustic/ambient… 🙂
domanda per te, a questo punto ovvia, ed andando quindi come tu auspicavi “fuori tema”: ma se conosci persino il pappafico sarà che c’hai pure tu il “piede marino”? :-OO
ciao a presto!
d
con ordine….
“scuffiando” era un divertimento linguistico. del resto rimango un puro imbecille nautico, sia ben chiaro. di quelli che i velisti si divertono a prendere in giro. ma ho fatto due viaggi dalla costa adriatica (Marina di Ravenna) alla Croazia e non li dimentico. e non provo neppure a descriverli perché non trovo parole adeguate…
mi hanno trasportato, sia ben chiaro pure questo.
ma resta una delle mie vacanze indimenticabili.
(questo per chiarire la questione nautica di cui vado vagheggiando)
Goldmund
l’ultimo lavoro è davvero bello, ma se un adepto come te mi consiglia il loro debutto io non posso che annotarlo diligentemente sul mio taccuino personale! e ringraziare!
mi metto subito sulle tracce di quel disco!
non posso dire di conoscere RYM. so che esiste. di che si tratta? e soprattutto come posso fare a leggere i tuoi appunti, annotazioni, recensioni?
sai che non mi dispiacerebbe scambiare opinioni e pareri….
e condividere possibilità!
la porta è aperta!
e io sto qua borguez! 🙂
(RYM sta per rateyourmusic, ed è una community sul tema della musica, dove è possibile segnare i propri ascolti spulciando su un dB praticamente colossale, anche perché in evoluzione continua ed in real-time mediante i contributi e gli inserimenti degli stessi iscritti, quindi si possono fare le solite cosucce, tipo mandare i mess agli utenti, ma anche semplicemente catalogare i cd che possiedi piuttosto che la tua musica digitale! e scrivere le tue personali review, ovviamente)
io lo uso come un “diario” di ascolto, proprio a livello basic.. ma poi ci sono anche le “liste”, le immancabili classifiche (tutte quelle che si possono desiderare in pratica! ma sempre basate sui giudizi tracciati sul sito stesso..) e molte molte notizie sulle uscite discografiche vecchie e nuove (per es. di un tal album appaiono tutte le possibili release, con i dati di ciascuna); da qualche parte ci dovrebbero anche essere schede monografiche ecc. ma non lo uso nemmeno a regime.. te lo consiglio comunque! 🙂
(a me non piaceva quando me l’hanno consigliato, poi mi sono ricreduto e da diversi mesi lo uso con piacere)
grazie delle delucidazioni!
ma se io volessi leggere le tue reviews per esempio….
potrei? potresti linkarmele?
ho un modo tutto mio di muovermi in questa giungla telematica. nella giungla musicale almeno! ho imparato da solo e non saprei insegnarlo ad altri. diciamo che funziona (per me), ma ogni buon consiglio è ben accetto. proverò! tempo permettendo!
le porte aperte di cui sopra si riferivano a contatti possibili, collaborazioni, stimoli. cose di cui necessito, cose importanti se si vuole mettere in piedi un confronto. altrimenti uno sta nella propria cameretta con i suoi bei dischetti e la storia finisce lì!
ma un blog come il mio (e anche come il tuo) trasudano voglia di comunicare e di confrontarsi….
a proposito: se qualcuno mi consiglia iun disco come quello di Goldmund (Corduroy Road), io mi sento infinitamente riconoscente! meccanismo semplice ma sul quale si reggono molti dei valori in cui credo!
grazie…
e ora mi metto sulle tracce di Helios!
http://www.mediafire.com/?mty1jzoyzvp
😉
a presto per il resto
d
thanx!!!!
ma come? ti sei messo sulle tracce di Helios e qualcuno ti ha passato Goldmund?
avrà fatto confusione quest’anonimo… ah ah ah
ti faccio una semplice domanda: ma tu vuoi consigliato un disco come quello di Goldmund o sul genere di Helios? sono molto diversi… (nonostante siano poi la stessa persona, sono due alter-alter-ego diversi!) ..il primo è moden-classic pianistica, bozzetti di piano di gusto quasi cinematografico, sul genere commento musicale espressionistico.. helios fa invece ambient elettro-acustico, siamo prossimo ai cari Gentleman di cui ci siamo dimenticati quasi, insomma..
sul genere di modern classic pianistico mi permetto di farti un paio di nomi tra i tanti che seguo: mi piace molto un giovane pianista inglese che si chiama Peter Broderick, classe ’87 ma ha classe da vendere, già 4 dischi all’attivo l’ultimo appena uscito non l’ho nemmeno ancora sentito (gli altri: “Docile” del 2007, e “Home” e “Float” del 2008 ..l’ultimo di questi è secondo me il più completo); occhio che Peter dovrebbe anche venire in italia a breve!
gli altri nomi poi sono quelli classici della scuola francece: Sylvain Chaveau (un pò più celebrale) o il grandissimo eclettico Yann Tiersen (il suo “pane” sono le OST: cercati le due -bellissime- più recenti: “Tabarly” ost di un film sul grandissimo velista francese, e specialmente la celeberrima colonna del “fantastico mondo di Amelie”)
sul genere ambient elettro-acustico………. bhè li i nomi sono veramente troppi da darti così su due dita di tastiera! :-O
non saprei da dove iniziare, ma dovendolo fare e con poco tempo ti do un solo nome, benché “atipico”: segnati BALMORHEA ..duo texano con 3 album all’attivo negli ultimi 3 anni, uno meglio dell’altro.. fanno un “soft/loud” parecchio pastorale con lunghe cavalcate sinfoniche alternate a ritratti pianistici in chiaro-scuro, più acustica che elettronica peraltro, quindi più che esser prossimi a Helios li vedo più come anello di congiunzione tra i due “mondi” di cui stiamo discutendo.
allora ti starai chiedendo perché te li consiglio? e da dove mi saltano fuori se con Helios non c’azzeccano!
primo: perché sono certo che ti piaceranno… per me il loro disco di quest’anno “All Is Wild, All Is Silent” è uno dei migliori sinora sentiti
secondo: perché il disco l’ho riascoltato ieri
e terzo: perché l’ho riascoltato, cioè perché stasera se non salta tutto vado a vedermeli live a Carpi… 😉
fanno due date proprio questi giorni, che se ti riesce ti consiglio di non perdere:
– oggi al “Mattatoio Culture Club” di Carpi (MO)
– domani sera al Teatro Dimora di Mondaino (Rimini)
basta così come stimolo e confronto? 😉
tempestivo e solerte! congratulazioni davide!
dunque fa piacere leggere e condividere nomi noti e conosciuti. a quanto pare si nuota nel medesimo acquario. questo fa piacere.
Peter Broderick, Sylvain Chaveau, Yann Tiersen, Balmorhea: suona tutto così familiare! molto bene….
mi metterò in ascolto (e in riascolto). oggi sono di una fretta spaventosa e in procinto di partire di corsa per due o tre giorni lontano da casa e soprattutto dal mac e dal suo bianco candore. stacco la spina, come si suol dire. vorrei prendere il tempo per pensare ad un poco di cose fra le quali alcune proposte che ti sottoporrò al principio della prossima settimana.
poi mi racconti del live dei Balmorhea!
perdona la fretta ma ho davvero una borsa sul pianerottolo e la voglia di partire! ho musica e pensieri con me, e da oggi un buon compagno sodale con il quale scambiare idee e opinioni che partono dalla musica per giungere chissà dove…
a presto
allora buon viaggio carissimo! 🙂
quando rientri ti racconto del concerto di stasera e tu mi dirai delle tue riflessioni..
e comunque visto che tu nomini proprio in questa stessa recens l’Hana-bi di Ravenna come un luogo familiare.. non ti segno nemmeno la data che farà proprio la il giovane Broderick il 26 mag 2009 ;-P
Arrivo in netto ritardo e non so se nel frattempo hai seguito le tracce di Helios.
Mi opermetto comunque di suggerirti un album che mi è piaciuto molto, al tempo: Eingya, del 2006.
http://sharebee.com/ce94267c
Qui trovi una paginetta che avevo scritto dopo l’ascolto: http://www.debaser.it/recensionidb/ID_12483/Helios_Eingya.htm
Grazie per tutti i links che ho saccheggiato :))
non è mai tardi, mai troppo
ascolto volentieri Helios e Goldmund e accetto di buon grado link sostanziosi
adesso leggo pure la tua paginetta
saccheggiare dove le porte sono aperte non è reato