ho tentato varie volte di approssimarmi al pulpito perchè mi pareva di aver finalmente trovato le parole giuste per spiegarmi e giustificarmi. come dire… come tentare di dire che quei gruppi li avevo solamente sentiti nominare, confusi in mezzo a molti altri in un’eco lontanissima. 1996 e dintorni, certo! ma poi ieri sera mi giunge gradito il dono di una compilation riguardante quel post e d’improvviso m’illumino! mi sovviene un’altra compilation. mi ricordo quando è successo e perchè, e soprattutto come… era una tdk! lì dentro c’era il motivo che mi permette di affermare che…. io negli anni ’90 non c’ero!
aprile 1990. parto con due amici alla volta di amsterdam. decido per tempo di preparare due compilations da ascoltare nella mia vecchia e gloriosa polo bianca! il jazz stava entrando a calci e strattoni nelle nostre vite. saccheggio la discografia in vinile di mio padre e mi cimento con il veccio rec+play+pause dei lettori analogici che furono. la prima delle due la intitolai msterd e sinceramente la ricordo poco, la seconda si intitolava 2 degrees east/3 degrees west dal titolo di un brano di john lewis del ’56. e quel brano c’era. e poi a memoria jitterburg waltz di dolphy, misterioso di monk, pithecanthropus erectus di mingus, mood indigo di ellington e cherokee di chet baker e altre che mi sfuggono perchè ho perso volutamente le tracce di quel nastro… ma c’era anche è soprattutto my favourite things di coltrane!
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non demmo tregua all’autoreverse. lasciammo che il nastro girasse e rigirasse come in preda ad incubi notturni. tornammo fisicamente da quel viaggio, ma il mio, ed il loro, destino di ragazzi scimmia del jazz fu per sempre compromesso. poi venne jimmy giuffre, marteen alteena, anthony braxton e le profonde oscurità di eric dolphy, vennero ascolti che si susseguivano come in una catena inscindibile. qualcuno di noi prese in seguito la via che conduce al brasile, un altro si diresse alla francia degli chansonniers e tutti insieme verso la grande madre Africa. e poi disseppellimenti e riscoperte, avanguardie e kitscherie, ma il rock no! stabilimmo che era morto e lo perdemmo. per questo la musica che esce in questo momento dalla compilation del pulpito mi appare bellissima e aliena.
l’altro giorno leggendo un’articolo sulla morte di lennon rimango colpito dall’illuminante provocazione dell’autore: “si è capito subito che gli anni ’80 sarebbero stati un decennio di merda: al loro inizio ammazzarono John Lennon!” i miei ’90 invece li farei partire da quel viaggio… poi ci fu caniggia fra giugno e luglio, a fine settembre uscì le nuvole di de andrè e il 27 ottobre moriva ugo tognazzi. il mattino dopo presi un aereo per londra.
ma poi son tornato…
La morte di John Lennon non so se c’entra, le cattive congiunture stanno un anno a monte, quando negli stessi giorni è avvenuta la morte di Charles Mingus e la mia nascita!
io nel ’96 ero molto giovane, come del resto i ragazzi di quelle band presenti nella compilation… un po’ mi stupisce, e me ne compiaccio, che questa musica possa far colpo (in misura relativa) su un pubblico ‘adulto’.
dimenticavo: lo si vede dal volume della bobina che quella TDK è da 90′ e, tu m’insegni, sarebbero state meglio due da 46′! per ovvie questioni di deterioramento e demagnetizzazione…
a) la morte di John Lennon c’entra sempre
b) se mi vuoi dar prova di essere reincarnazione di Mingus… attendo fiducioso!
c) la numero 001 della Pulpit è già oggettino di culto, anche se l’altra sera in consolle ne erano rimaste copie a bizzeffe, come coriandoli sul pavimento di un veglione
d) la tdk era effettivamente da 90
f) ho finalmente capito cos’è quel fastidio che mi arreca la vita mano a mano che procedo…. è la DEMAGNETIZZAZIONE!
se pensi che con deterioramento e demagnetizzazione un tale che si chiama William Basinski ci ha costruito una cariera e ci ha regalato pagine di musica meravigliosa…..c’e’ di che sorridere.
basinski visto sbobinare a glasgow ormai tre anni fa.
quando abbasserà un po’ le richieste o alla prima congiuntura astrale favorevole o per intercessione di mr.crown lo portiamo anche a ravenna
punck benvenuto! o benvenuta?
prima di tutto i miei complimenti per le foto. credo di essere al grado zero di esperienza in materia, ma le tue mi piacciono, e poi hai fotografato sublimamente il mio incubo ricorrente del sabato sera… quella madonna che mi osserva le spalle e bestemmia il mio nome!
…ma soprattutto vinci il premio epifania del giorno!
pare incredibile ma stamattina ascoltavo proprio william basinski e queste coincidenze mi mettono illogica allegria! quei loop mi regolano il by-pass e mi ammollano i nervi anzichè disintegrare!
se poi chris si offre volontario…
grazie,
maschio, ahime pure brutto e attempato…..
Comunque, le foto sono solo un gioco, un piacevole passatempo, sono lieto che ti piacciano, ma la mia passione vera sono i suoni.
la madonna pop e’ un’oggetto bellissimo, devo compramene una pure io!!!
Venendo a Basinski e rispondendo anche a Chris, io lo ho visto a un annetto e mezzo fa circa, pur adorando la sua musica, non fu una gran cosa, seduto a fissare il suo laptop, spingendo un tasto ogni 15 minuti , fingendo fatica e sforzi disumani nel controllare quella che con tutta probabilita’ era una base preregistrata.
Certo, sempre grande musica, ma come set, mi parve una discreta truffa.
Altri amici che lo videro in altre occasioni invece me lo descrissero meglio…
Resta la sua musica,grande musica…..
quando lo vidi io lavorava di bobine e nastro in tempo reale. c’erano anche i visuals. rimasi particolarmente colpito.
“C’erano anche i visuals. Rimasi piacevolmente colpito”.
Questo è il mio epitaffio, definitively. Molto Spoon River.
Addirittura superiore all’epigrafe tombale di Tom Waits: “Ve l’avevo detto che non stavo bene”.
come non citare allora quella di Walter Chiari…
Non vi preoccupate! E’ solo sonno arretrato!
io lascero’ detto che sulla mia ci dovra’ essere scritto:
cazzo leggi?
non ne potevo più!
TANA LIBERO PER TUTTI!
Io non c’ero nel biennio 2003/04, però quando sono tornata a casa il mio bagaglio aveva acquistato molto valore… c’erano dentro Davis, Mingus, Baker, Coltrane (ho adorato my favourite things, sono tipa da standard più che da sperimentazione estrema, a proposito se qualcuno di voi ha Estate suonata da chet baker sarei molto felice, è una versione meravigliosa), la combriccola Tzadik con il suo mentore Zorn… insomma, tutto un mondo che non avevo mai considerato di striscio e che mi ha folgorata (meglio tardi che mai!).
grazie maud per aver riportato i commenti sull’argomento del mio post!
l’epitaffio funebre porta sfortuna e procura pure pruriti irresistibili!
non posseggo estate interpretata da baker, ma posso squinzagliare i ragazzi scimmia del jazz… sono infallibili!
che altro aggiungere, non è mai troppo tardi per giungere in quel tempio di grandezza che è la storia del jazz, basta non aver pregiudizi e preconcetti in proposito!
conosco persone (una sola a dire il vero!), che snobbavano la musica nera e tantopiù il jazz… poi si sono (si è, sempre lui) felicemente ravveduti e adesso girano con il sacchetto di cenere sul capo e lo zaino pieno di cofanetti d’antan!
prego!
Non ho mai visto Basinski dal vivo, continuo a pensare che sia uno dei miei più grandi handicap…
sacchetto di cenere sul capo?
Indelicato, quella è borsite… Eppoi è il blues che mi ha fregato, sono un’anima stanziale: “Stayed in Mississippi a day too long…” (Bob Dylan)
l’altra compilation che non era su tdk ma su sony tipe I (normal) position ce l’ho io!
Su un lato c’erano sperimentazioni jazz, free….
e sull’altro blus dixiland.
Tanto per non farsi mancare nulla…..il viaggio si spera sempre sia lungo
scusa! dixieland
chi si nasconde dietro anselm eibenchutz?
la seconda compilation potrebbe aver viaggiato così tanto da giungere ovunque, ma non importa oramai più!
voglio prove della sua esistenza in vita….
un brandello d’orecchio, una foto ritratta con il titolo dell’osservatore romano di oggi!
se ci si cosparge il capo di cenere dopo qualche barcollamento ci si può ritrovare completamente privi di tale sostanza… il sacchetto era metaforico, l’idea di una contrizione durevole e imperitura!
preferirei col manifesto! Non vorrei che succedesse come in “A ogniuno il suo” di Sciascia
dove; la lettera minatoria realizzata con i ritagli dell’osservatore romano che nessuno in paese leggeva………….
permane piacevolmente il mistero su chi si celi dietro anselm eibenchutz (o eibenschutz?) e ancor più sulla probabile esistenza di quel nastro….
ma visto il tuo nobile mestiere e le imprescindibili ascendenze questa diatriba potresti tentare di derimerla…
a slotograd un peso! una misura!
il rischio è il rumore del disgelo, che nel distretto tutti conoscono.
il nastro esiste!
ravveduto abbondantemente.
eibenschutz