avrei volentieri rinunciato alla consueta playlist di fine anno solamente perchè il risulato è (ed era) troppo spesso provvisorio ed incerto, e ancor più spesso perchè non è il calendario o la stagionalità a stabilire il valore di un disco. ma esistono pur sempre dischi amati più di altri e ascoltati di più o di meno e allo stesso tempo esistono (per fortuna) molti di questi nei quali non ci si è proprio imbattuti. e dunque così come l’anno scorso direi che farà fede l’assiduità dei miei ascolti e per una volta l’assoluta certezza di chi dovrà occupare “il” gradino del podio. ebbene quest’anno sarà indiscutibilmente l’anno in cui è uscito questo disco…
Howe Gelb Return To San Pedro Upside Down Home 2007 senza nessun dubbio e con la certezza di averlo ascoltato all’infinito e di trovarlo costantemente un passo oltre i miei ascolti. un classico senza tempo che mi accompagnerà per gli anni a venire. per averlo visto in concerto, per avergli stretto la mano e tenuto un’assurda conversazione a proposito di pesci che venivano dall’Argentina per via aerea e per troppo altro ancora. e per quel cane che abbaia nel bel mezzo di The Hangin’ Judge (mia canzone dell’anno). nient’altro di intelligente da aggiungere. in assoluto disco dell’anno per me!
poi il galateo prevederebbe altri 9 titoli da disporre in rigoroso ordine gerarchico. tolta immediatamente dal mezzo la questione meritocratica, e gettandoli sparsi sopra il tavolo, tenterò di elencare gli altri.
Exploding Star Orchestra We Are All From Somewhere Else
Rob Mazurek è maestoso e vulcanico, il suo ensemble quanto di meglio si possa trovare oggi fra classica e avant jazz. un disco onirico e sciamanico, qualcosa che osanna Sun Ra e tutto il sogno del free. veniamo tutti da qualche altre parte: non v’è dubbio!
Bill Callahan Woke On A Whaleheart
per una delle copertine più brutte di sempre, per il passo decisamente falso di uno dei miei preferiti, per un aprile che non dimenticherò, per quella voce che sbaraglia di getto tutte le altre, perchè il blog è il mio e faccio quello che mi pare!
Panda Bear Person Pitch
probabilmente la cosa più “fresca” ascoltata quest’anno. ognuno poi attribuisca a questo aggettivo il valore voluto (vegetale, metereologico o sull’integrità conservativa). me ne innamorai subito e ascoltato in questo istante riserva ancora misteriose fricchettonaggini!
Wilco Sky Blue Sky
il contagiri di iTunes lo piazza di un soffio dietro a Gelb. c’è puzza di classico qua! del più classico dei classici. snobbato da troppi e evitato per eccesso di fighetteria, ma provate a guidare le vostre automobili con questo in sottofondo. direzione inevitabile: la parte incorruttibile dell’american dream!
Fabio Orsi & Gianluca Becuzzi Muddy Speaking Ghosts Trough My Machine
viene dall’italico suolo passando per il Delta del Mississippi il mio disco più “avant” di quest’anno. come portare al terzo millennio l’Harry Smith Anthology, fregarsene dell’ovvio e vivere sereni. concedersi all’ascolto, predisporsi all’inevitabile e attendere il temporale… I’m happy here (before/under/after) the rain!
Sa-Ra The Hollywood Recordings
fra Wu-Tang Clan e El-p, Now-Again Re:Sounds Vol.1 e B-Ball Zombie War uno e uno solo avrei dovuto scegliere. ma tutti sopra un ipotetico gradino di podio. per un suono troppe volte già dato per morto e mai sepolto, per un groove che si alimenta da solo, strisciante, profondo e sudato come il funky!
Robert Wyatt Comicopera
Cuckooland era meglio, lo sanno tutti. ma anche in un passaggio disomogeneo e scollato, magari privo di quel volo liquido e notturno che è proprio di Wyatt, anche allora lui sa essere di gran lunga oltre ogni altro possibile termine di paragone. sentitamente grazie, davvero!
Akron/Family Love Is Simple
li ho preferiti agli Angels Of Light ed ho escluso Vic Chesnutt. il tutto per una parte. perchè hanno dalla loro qualcosa che nessuno oggi pare possedere. la si chiami come si vuole. e forse è solamente quello spazio talentuoso fra una stagione morta del rock e un futuro irraggiungibile!
Bassekou Kouyate & Ngoni Ba Segu Blue
perchè la musica dovrà pure tornare da dove è venuta. perchè l’Africa è la madre e il Mali il suo cuore. per un suono che porta via, lontano, indietro, altrove. non aprire a tutto questo il nostro ascolto è sbaglio grave, recidivo e ottuso. è l’errore perpetrato!
ne mancano un sacco: lo so! ne ho dovuti “sacrificare” parecchi: so pure questo! ma è prerogativa intrinseca ad ogni classificazione escludere e omettere. manca qualche precisazione, aggiunta, ristampa e qualche live che vorrei ricordare. ci tornerò soprà. magari dopo la sbornia inutile delle feste.
Grande raccolta! Non mancherò di ascoltarne qualcuno 🙂
Oh, by the way, auguri in ritardo per il tuo compleanno!
Grazie Livia! sempre graditi…
Siamo in attesa della tua venuta, come del bambinello…anzi di più!
Ci faccia sapere!
cazzo,
akron family no, akron family no!!
evidentemente Luca Confusione non è soddisfatto della mia scelta caduta su Akron/Family!
ma non ti piacciono proprio?
cazzo è spesso un “rafforzativo” e assume forme “esclamative”, ma mi piacerebbe eventualmente discuterne, per così dire, più dialetticamente!
“questo” disco di Wyatt e non Vic? Mmmmmm….
c’è qualche passaggio “inutilmente elettrico” in Chesnutt che mi lascia perplesso! quasi come se avesse dovuto lasciare sbizzarrire i cavalli (peraltro sublimi) della sua diligenza! e io sarei comunque e sempre per un togliere piuttosto che per un mettere. è un grande disco, ma non ha parlato esattamente la mia lingua!
d’accordo su Wyatt, ma la differenza sostanziale è che “questo” disco cresce impercettibilmente di grandezza ad ogni ascolto, e mostra una capacità di scrittura e una sensibilità oramai rare!
e comunque pur sempre de gustibus…attendendo i tuoi consigli annuali, naturalmente!
Sì sì, certo, il de gustibus è sacrosanto! volevo solo indagare… i miei consigli escono domani
hai pagato la cauzione?
li attendo caro mio…
caro borguez, utilizzo il tuo blog a fini personali (ma non criminosi)
ma c’è qualcuno che fa l’album di famiglia del Manifesto?
Io ho già Gorbaciov e Andrea Costa doppi….
non mi esimo comunque dal sottoporre al pubblico la mia playlist 2007
1. Battles – Mirrored
2. Stars of the lid – And their refinement of the decline
3. Vic Chesnutt – North star deserter
4. Odawas – Raven and the white night
5. Eluvium – Copia
6. Radiohead – In Rainbows
7. Grinderman – Grinderman
8. Animal Collective – Strawberry Jam
9. Volcano the Bear – catonapotato
10. Bassekou Kouyate & Ngoni Ba – segu blue
ah! ho cannato il titolo dei Volcano the bear
quello corretto è:
“Amidst The Noise And Twigs”
gagaryn: per ora la tua è la migliore in circolazione.
fino a quando non posterò la mia ovviamente.
onoratissimo
onoratissimo anch’io di ospitare la tua playlist!
vedo un debolissimo anello di congiunzione laggiù in basso, dove l’africa batte fra la sordità generale. ne sono lieto.
the passion of lovers (ma questo nick?!?) nasconde invece un’altra pregevolissima playlist, assai condivisibile e venata d’invidia per quell’attesa premiata con il primo disco della lista!
anche lì un Gelb in comune che credo sia inevitabile!
attendo quella di Morphine… che mi ha promesso!
niente album del Manifesto, sorry! a dire il vero mi fa anche poco ridere…ma tant’è!
ciao a tutti, sono nuovo del blog e quale miglior modo di iniziare se non con la mia personalissima classifica (in ordine sparso):
Akron Family – love is simple
Angels of Light – we are him
Vic Chesnutt – north star deserter
Panda Bear – person pitch
Sandro Perri – tiny mirrors
Howe Gelb – upside down home
David Karsten Daniels – sharp teeth
Liars – Liars
Michael Hurley – ancestral swamp
Six Organs of Admittance -shelter from the ash
in più una compilation: The great Koonaklaster speaks – A John Fahey Celebration
rusty: sei nuovo e già ci copy?!?!
borguez: in questi demo BB è nella sua versione migliore e mannara
Lascia comunque una piacevolissima sensazione leggere tra i “five easy pieces” i notturni dell’ adorato chopin…
Per il resto mi tocca ancora una volta glissare – per evidente inferiorità – sulle playlists. Chissà per quanto ancora – certo basterebbe poco… Nel frattempo ho postato la mia prima -personalissima – recensione.
Ah…auguri!
Auguri a te, la tua recensione è stata letta ed apprezzata!
Pollini che interpreta Chopin è qualcosa che ha a che fare con il sublime, senz’ombra di dubbio!
Pingback: 2008 « borguez
Resto dell’idea che Exploding Star Orchestra sia stata una delle cose più importanti (e belle) del 2007. Ma mi sa che ce ne siamo accorti in pochi.
gli Akron Family mi piacciono… fino al primo disco e al connubio con Gira!