ancora ettore petrolini, ancora ritorno sull’idea relativa alle avanguardie del primo ‘900, alla loro carica inespressa di modernità. semi di follia gettati sul divenire di un secolo a perdifiato, a rotta di collo, verso l’orizzonte sin troppo ampio di una tecnologia che sarebbe stata e di umanità che non fu!
matisse, kokoschka, schonberg, berg e webern, traki, boccioni, majakovskij e pound… e petrolini!
nel 1915, ispirandosi al pupazzo del corriere dei piccoli, petrolini da vita al personaggio di Fortunello. a questo personaggio fa cantare una canzone insulsa e ossessiva, ossessionata dalle rime e perseguitata da un ritmo implicito e inespresso. ascoltata oggi è impossibile non associarla a quello che noi, 70 anni più tardi, abbiamo chiamato rap! sembra quasi di ascoltare in sottofondo il classico beat di rullante e hi-hat, quel boom-ciak giunto con colpevole ritardo…
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“…col suo ritmo meccanico e motoristico, col suo teuf-teuf martellante all’infinito assurdità e rime grottesche, scava dentro il pubblico tunnel spiralici di stupore e di allegria illogica e inesplicabile” (Filippo Tommaso Marinetti a proposito di Fortunello)
fighissimo. in realtà a me ricorda i cccp , specialmente quando dice sono un uomo d’istanbul.
in effetti… anche il ferretti mi pare ben rappresentato!
1915, si badi bene!
sì chiaro ferretti è uno che ci arriva sempre cent’anni dopo
Tocca ripetersi, praises to the Moloch
Olá não pecebi tudo porque preciso de um dicionário para entender… e pronto leva algum tempo! Muito bom gosto musical! Até breve tudo de bom