molto probabilmente non esistono ricette più semplici. almeno in questo momento non me ne vengono in mente! e forse risiede proprio in questa assoluta povertà e primordialità degli ingredienti il segreto ed il fascino di questa preparazione! un uovo (fresco di giornata), sale e acqua… niente di più!
la mia ricetta personale: portare ad ebollizione l’acqua dentro una piccola pentola dopodichè immergervi delicatamente (con un cucchiaio) l’uovo per evitare che si rompa. calcolare 3 minuti e trenta secondi ed estrarre l’uovo (sempre con un cucchiaio). davvero banale apparentemente, ma è bello verificare che ogni volta compaiano leggere differenze… servirsi poi di un porta uovo per riporlo e rompere delicatamente la parte superiore con un cucchiaino. asportare la parte di guscio appena rotta e salare. tutto qui! i francesi usano intingere dentro l’uovo delle piccole striscioline di pan carrè precedentemente inburrato (mouillettes de pain), io preferisco l’italianissima fetta di pane toscano leggermente raffermo! di una banalità sconcertante, se non fosse che nella mia memoria questo piatto assurge al trono di madeleine per eccellenza!
era la colazione che mi preparava mia nonna! la vedevo scomparire per un’attimo dietro la porta del pollaio e riemergere con il tesoro nelle mani! il segreto probabilmente stava tutto nel brevissimo tempo che trascorreva dalla deposizione dell’uovo alla sua finale destinazione sul mio porta uovo rosso a forma di barchetta! valore nutrizionale completo, assoluta eccellenza della materia prima e tutto l’amore riposto nella preparazione (elemento da non sottovalutare). oggi che per questioni di lavoro (?!?) vengo omaggiato di uova altrettanto fresche è davvero un piccolo rituale da culto privato ripropormi la stessa ricetta di molti anni fa. raddoppiata è la dose (due perchè nel frattempo sono diventato grande) e mutato l’abbinamento… adesso l’oeuf à la coque assieme ad una tazza enorme di caffè fumante è fra le migliori delizie che il mattino brumoso d’autunno possa offrire!
del resto lo aveva già scoperto nel 1961 Clem Sacco con i suoi Califfi che in questa ricetta stava il vero segreto del r’n’r… (purtroppo il video è tagliato)
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=9N4DcCoh-c4&mode=related&search=Clem%20Sacco%20italian%20r%27n%27r%2060%27s]
sì ma digli a quello lì che quel gesto che fa dopo “…e ballare in slip” lo vada a fare a qualchedun altro!
avevo notato infatti!
direi che quel gesto fa il paio con il sublime verso “…scivolare dal bidet” che la censura dell’epoca volle sostituito da un “…scivolare dal buffet” di cui si ignora il senso!
un po’ come quello che si …è perduto dentro ad un brindisi gridando aiuto!
però hai notato che suono? non so se abbia a che fare con la scarsa qualità video, e dunque audio, oppure quel fuzz fosse realmente dei Califfi! dei proto Cramps anticipatori dei tempi!
Io il portauovo ce l’avevo bianco e giallo a forma di uovo.
Sono sempre stato una fashion-victim! 🙂
personalmente apprezzo molto anche l’uovo in camicia, la cui preparazione richiede doti da equilibrista affinchè l’albume non si sparpagli in ogni dove!
Non vorrei accendere un flame, ma vogliamo mettere la personalità repressa e dimessa dell’uovo in camicia con lo stile elitario dell’uovo à la coque? E poi non dimentichiamoci le uova strapazzate! Goliardiche e sgarzoline! Con una spolverata di pepe sono il massimo! 🙂
ho già espresso la mia preferenza!
non c’è commento d’elite o ragionamenti d’equilibrismo che tengano: tutte proposte validissime ma il rituale dell’uovo à la coque è per me insuperabile!
l’uovo è buono sia alla coque che in camicia… è una ricetta che stuzzica molto a provare a mangiarlo proprio come i francesi (con le striscioline di pan carrè). ciao
Tutto bene ma quest’immagine è un mio disegno…
Potreste anche mettere un link anche se, ahimè, già voi probabilmente l’avete rubata a qualche altro ladruncolo…
http://www.griffa.com/opera.php?id=521