Joel Danell è un ragazzo svedese. pianista e rosso di pelo. ama agghindarsi con abiti buffi e retrò e ha sviluppato nel tempo la piacevole mania di registrare su svariate cassette bozzetti sonori, melodie, memorie musicali. le ha datate, come pagine di un diario interiore e le ha poi conservate per lungo tempo. non molto di più potrei sapere oggi di lui, oltre che ama celarsi dietro lo pseudonimo di Musette e che ha da poco pubblicato il suo primo lavoro per l’etichetta Tona Serenad.
consetuedine e attitudine strana quella fra nordici e melodia. un felice e fruttuoso legame che ha (per me) motivazioni sconosciute, ma che di fatto esiste. prova ne è questo disco. una capacità di sintesi, direi quasi di essenza del pentagramma. una concentrazione per evaporazione del superflueo.
14 composizioni estrapolate da quel diario di cui sopra, riprese e rielaborate assieme ad un manipolo di amici con i loro strumenti acustici. Musette suona piano (oltre a chitarra e basso), Anton Stokes alla chitarra, Jon Eimre al dobro, Brita Westerman con violino e fischio, Lars Ekman fra acordeon e piano e December al tiny saxophone! nessun canto, se non quello di uccelletti registrati nel cinguettìo del mattino: sono loro che aprono il disco, e non potrebbe essere altrimenti!
Datum (Tona Serenad, 2009) è uno di quei dischi che non ti aspetti, che spiazzano e fanno viaggiare. un’aria francese che soffia da tutte le finestre aperte, cartoline dalla villeggiatura, Debussy che rimira il mare, il mare di Normandia fuori stagione. sarà per qualche accenno di valse o per inconfessata cultura pianistica classica, ma si respira davvero aria di vacanze, di passeggiate sulla marina in pomeriggi volutamente oziosi. tutto talmente semplice e limpido da disarmare.
i brani riportano date che sono solamente indicative, suggestioni stagionali. libera facoltà di chi ascolta. la mia ha mescolato tutto e mi ha portato direttamente oltralpe e fuori tempo, indietro. uno stabilimento termale della belle époque, Jules et Jim in bicicletta, Proust che spia dietro una vetrata liberty, una limonata fresca!
e per davvero c’è aria da colonna sonora, ma non sono certo se si tratti di una pellicola o di qualcosa d’altro, di una gita o di un sonno fra lini profumati. certo che quel fischiettare è un poco contagioso, indelebile segno di spensieratezza. c’è spazio anche per una malinconia appena accennata e per la fragilità di alcuni notturni provati e studiati nelle ore quiete. Musette (un poco di Francia è lui stesso a suggerirla…) si fa ritrarre con un completo imbarazzante in una stanza stracolma di suggestioni; credo sia consapevole della sua creatura fragile e di come un successo inatteso potrebbe spazzarla via. qualcuno se ne accorgerà presto e non esiterà a paragonarlo ad un novello Yann Tiersen, ma per ora pare una questione per pochi…
suoni, panorama e colori sospingono al vento caldo, al tempo espanso della beata nullafacenza, alle vacanze in colonia o alle gite fuori porta. come un libro caro o una cartolina dalla villeggiatura… portatelo con voi!
mi hai detto Ascoltalo.
lo sto facendo
e come raramente mi capita
dopo due pezzi dico
incantevole
incantevole, ma anche delizioso…
in effetti vengono in mente aggettivi al saccarosio, miele e api che ronzano!
sono però assai felice che ti sia piaciuto!
Adoro Yann Tiersen, in più la tua recensione non fa che renderlo…raccomandabile 😉
Ti dirò 🙂
ho citato Yann Tiersen perché stavo giocando mentalmente al cosa sarebbe successo se… (gioco peraltro sconosciuto)
e mi dicevo cosa sarebbe stato se al posto della colonna sonora di Tiersen, Amélie avesse avuto questa!
così, pensavo….
attendo le tue opinioni, se vorrai.
a presto
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