se c’è una cosa che ho imparato con il passare del tempo è quella di saper attendere tempo.
e così ho atteso.
5 anni sono lunghi, sono tempi di un tempo, quando si attendeva a lungo e a volte invano.
saper attendere produce attesa e desiderio, ansia e moltitudini di aspettative.
ora l’attesa è finita.
The Way Out è qui.
The Books passano a Temporary Records e danno vita al loro quarto lavoro (e mezzo).
il millennio, girando pagina, li ha voluti come pietra angolare, come epigoni di tutto ciò che li ha preceduti.
e dopo tanto attendere mi sia concesso il silenzio dello stupore e l’incanto muto della meraviglia.
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forse ne riparlerò o forse no, poco importa.
The Books sono tornati…
The Books The Way Out
Non li conosco (ondarock li definisce “I freak dell’era folktronica”) comunque sia il video che la musica mi sembrano sufficientemente fuori di testa da promettere bene!
non garantisco per i gusti altrui e guai a pensare di poterlo fare, ma The Books sono, per me, una di quelle epifanie che mi fa scordare il mio tempo che passa e mi rinnova quell’entusiasmo adolescenziale che si provava per i gruppi coevi. loro stanno meravigliosamente nel loro tempo , lo interpretano e lo sbeffaggiano a modo loro. sanno ridere, conoscono la bellezza e quel barlume di coerenza di cui, ahimè, non frega più niente a nessuno.
ti consiglio tutti e quattro i dischi. non sono troppi, ed è un loro pregio.
poi si potrà tranquillamente dire ciò che si pensa.
li ascoltavo stamattina viaggiando alla luce del mattino.
io li amo allegramente.
dimenticavo di dirti Lucien.
dopo qualche anno di devozionale ammirazione per il duo sghembo di cui sopra capitò che mi imbattei in questo.
ora, io so che tu sei acuto quanto basta per comprendere che questo tipo di circuiti virtuosi segnano indelebilmente le nostre passioni.
e così, infatti, è stato.
…attendevo anch’io.
ecco quindi sedata l’attesa