una premessa doverosa: non sono buddista. anche se penso che, fra le vie spirituali a me note, quella sia la più umana e plausibilmente, la più praticabile. neanche la meditazione è mai stato il mio forte. i goffi tentativi inutilmente abbozzati si sono risolti in distrazioni costanti o sonnolenze incombenti, e se mai fossi riuscito ad uscire dal mio corpo, di certo non sarei rientrato dalla parte giusta. ma nonostante questo amo questo disco e lo ritengo prezioso. innanzitutto perchè fu registrato in Giappone nel febbraio del 1963, e questa data dista così tanto dall’infatuazione orientale del flower power e ancor di più dai primordi dell’ambient music. la questione temporale lo contestualizza dunque precedentemente a molti inciampi musicali successivi e per certo lo allontana definitivamente dagli aborti musicali della new age. ma da qualche giorno è divenuto ancor più caro in seguito alla scomparsa di Tony Scott. insieme al suo clarinetto c’erano Shinichi Yulze e Hozan Yamamoto. il primo al koto, il secondo al shakuhachi. il disco è esattamente come lo si potrebbe immaginare! mi rendo conto che questa non sia la più esplicativa delle recensioni, ma di certo non dista dal vero. e inoltre la dichiarazione d’intenti (music for) lo forza ad essere funzionale a qualcosa. e se non lo sarà per la meditazione lo potrà essere davvero per molto altro. molto spesso ho pensato che fosse come portare il colore di quella copertina dentro la propria casa, come accendere una candela o guardare il crepuscolo entrare lento dentro le proprie stanze.
Tony Scott era prima di tutto un jazzista, un grande jazzista. Il suo sito è davvero ricco di informazioni e tutto sommato ben fatto. era nato nel New Jersey nel 1921 e si trovò nel bel mezzo degli anni ’50 a vivere nella 52th street la nascita del bebop. suonò il suo clarinetto insieme a Parker, Monk e Gillespie e fu arrangiatore e pianista al fianco di Billie Holiday. in seguito diede il suo contributo alla nascita della third stream music e viaggiò davvero i cinque continenti, suonando e vivendo in ciascuno di questi. da quasi vent’anni aveva scelto Roma come sua residenza.
verso la fine degli anni ’80 andai a vederlo suonare in una triste discoteca di Massalombarda. era con un quartetto anch’esso un poco triste, ma la mia fame di jazz era allora solamente agli aperitivi, e la mia conoscenza piuttosto approssimativa. ma quel tipo eccentrico suonò davvero meravigliosamente, anche se allora non mi aggradarono tutti quegli aneddoti raccontati con rigoroso accento yankee a proposito delle sue conoscenze giovanili. mi pareva uno di quegli anziani che si vantano tardivamente, mentendo, delle glorie della loro gioventù. più tardi compresi che non stava scherzando, e di certo aver suonato con Bird o essere andato in tourneè con Lady Day non è come aver avuto un compagno di banco di nome Marchetti, o aver visto passare il Giro d’Italia.
Ti passo la formazione tipo, diciamo attacco-difesa, dei compagni di banco che avrei voluto avere….. Ciampi, MARCHETTI, e Vendrame. Tutti rigorosamente in ultima fila!
…avevo davvero un compagno di banco che si chiamava Marchetti, ma non quel celebre Marchetti! e avrò visto passare il Giro almeno 10 volte….
la comare secca stavolta ha raggiunto Tony Scott, il Barnum in segno di lutto ha trasmesso per tutta la serata di ieri discorsi pubblici di Bocassa!
Pronto
Ascolta mamma è vicino a te?
devi dire a mamma
c’è qualcuno che
Chi sei il signore dell’altra volta?
vado a chiamarla ma sta facendo il bagno
non so se può venire
Dille che son qui
dille che è importante
che aspetterò
Ma tu hai fatto qualche cosa alla mia mamma?
quando chiami tu mi dice sempre
digli che non ci sono
Ma dimmi sai scrivere di già
è bella la tua casa
a scuola come va?
Bene ma dato che la mia mamma lavora
è una vicina che mi accompagna a scuola
però ho solo una firma sul mio diario
gli altri hanno quella del loro papà io no
Dille che son qui che soffro da sei anni
tesoro proprio la tua età
Eh no! io ho cinque anni
ma tu la conosci la mia mamma
non mi ha mai parlato di te
aspetta, eh
Piange il telefono
perché lei non verrà
anche se grido ti amo
lo so che non mi ascolterà
piange il telefono
perché non hai pietà
però nessuno mi risponderà
L’estate andate a villeggiare all’hotel riviera
ti piace il mare?
Oh si tanto, lo sai che so nuotare
ma dimmi come fai a conoscere l’hotel riviera
ci sei stato anche tu?
Dille la mia pena è qua a tutte e due
vi voglio bene
Ci vuoi bene!
ma io non t’ho mai visto
ma che cos’hai perché hai cambiato voce
ma tu piangi, perché?
Piange il telefono
perché lei non verrà
anche se grido ti amo
lo so che non mi ascolterà
piange il telefono
perché non hai pietà
però nessuno mi risponderà
ricordati però
piango al telefono
l’ultima volta ormai
ed il perché domani tu lo saprai
falla aspettare
sta uscendo
falla fermare
è andata via
se è andata via
allora addio
arrivederci signore
ciao piccola
Ma come? Ti avevo promesso un post su questa canzone e tu mi bruci lo scoop…
ma come ha fatto quel tipo a finire in una discoteca di massalombarda?
Maud, avevo omesso volontariamente il nome di Tino, ma a questo punto… in effetti credo che a Massalombarda non ci sia altro del genere!
una risposta alla tua domanda potrebbe essere questa: all’epoca (fino anni’80) non c’erano molti locali jazz (e neppure adesso a dire il vero), e credo si suonasse un po’ dove capitava… se a questo aggiungi che il nome di Tony Scott era un po’ finito nel dimenticatoio e che quindi non era ben spendibile per festival di genere o altro, eccoti la probabile risposta…
ma approfitto per segnalare un disco recente di Tony Scott al clarinetto insieme a Renato Sellani al pianoforte (chi se lo ricorda a fianco di Funari in tv?).
il disco si intitola Poets of Jazz per la mai troppo lodata etichetta italiana Philology!
un piccolo e misconosciuto disco di splendido jazz!
Tino? pensavo si trattasse di Tino Maas e di ‘music for the maases’… ah no, quello è Timo.
Ma quel post l’avevi promesso tu a me o io a te? scusa non ho resistito, ma nulla è bruciato!
certo Diego ma bisognerebbe come minimo recuperare uno di quei “nastri” giganti per mostrarlo alle folle, e poi credo che quel brano se ascoltato al di fuori di un’Alfasud perda molto del suo pathos!
inoltre per una volta YouTube è spenta al cospetto di tale struggimento di canzone malgrado io ricordi una qualche rappresentazione televisiva vista e oramai obliata…
ma non ci arrendiamo!
ma di cosa state parlando?
(oggi nei commenti faccio solo domande…)
i super 8!!!
quei nastri della dimensione di una cassetta whs che venivano inseriti
in appositi tostapane generalmente installati negli anni ‘ 70
su fiat 131 alfa sud etc etc…
generalmente di colore nocciola/crema con le famose copertine
di fausto papetti o meglio “fafsto pappetti”
forse si può fare qualche cosa!
http://www.kultunderground.org/index.asp?art=218 – 47k
grazie, grazie! Quella di ‘piange il telefono’ che mio padre metteva nel mangianastri di un Iveco scarburato era di color arancio spento.
tento di aggiornare Maud perchè gli altri mi paiono alquanto esperti in materia…
(bakshi, il tuo apporto è addirittura impagabile)
si discuteva l’altra sera sull’eventualità di scrivere qualcosa a proposito di Piange il telefono di Domenico Modugno, struggente melodramma in forma di canzone, ma il caro Diego si soffermava sul particolare supporto fonografico sul quale ascoltava quella canzone sull’auto del padre…. bakhsi ha completato l’opera fornendo particolari preziosi!
spero tu abbia compreso che si è perso da tempo il senso della decenza e il restante barlume di integrità intellettuale!
ma del resto…
Non ho nessun ricordo di questi stereo 8, ma la possibilità di passare immediatamente da una traccia ad un’altra è un lusso che la mia auto mi concede da poco più di un anno…
Bello l’articolo linkato!
PS: attendo con ansia un commento critico allo struggente melodramma canzonato di cui sopra.
potrebbe pure essere che io e Diego lo scriviamo a quattro mani… è un invito!
Hehe… vi sta bene!!