Melodía
Saudades

se ben oltre le sbornie fricchettone dei ’70 a base di viaggi orientali, musiche indiane, registrazioni ambientali e strumenti esotici e ben più in là dell’ottusa imbecillità della musica new age di fine millennio, vi è ancora qualcuno che si ostina a produrre musica per viaggi mistici di autocoscienza alla ricerca di (possibili) paradisi artificiali i casi sono due: o il soggetto in questione è rimasto tonto da qualche sostanza sconveniente oppure ci crede con l’onestà che alimenta il cuore delle nostre passioni più profonde. parlando di Federico Durand sono più propenso a credere alla seconda ipotesi anche in virtù delle piacevoli prove che il giovane musicista argentino ha già dato della sue virtù compositive. field recordings, materiali organici, qualche strumento etnico e una vivida e quieta immaginazione compositiva rappresentano la tavolozza di questo artista che continua ad esplorare il confine fra etnomusicologia tascabile e l’esplorazione attenta del paesaggio sonoro circostante.
è da poco uscito per l’etichetta lussemburghese Own Records il suo nuovo progetto nato assieme al musicista giapponese Tomoyoshi Date. il gruppo prende il nome di Melodía ed è nato grazie ad una di quelle belle comunioni d’intenti fra affinità elettive scoperte in un tour europeo affiancati l’uno all’altro e promosso dall’etichetta che ha ospitato i precedenti dischi dei due artisti.

Saudades (Own Records, 2013) non tradisce l’afflato bucolico ritratto nello scatto di copertina: cinque composizioni dai titoli didascalici madide di natura, spirito agreste e animo selvaticamente acquietato. The spirit of rain arrives to the forest, The rise of early morning, Riverside of the poet’s house, Walking memories in the sunlight and leaves e Music box for Nils and Noé raccontano già assai delle ambientazione in cui il disco si imbambola beato. registrazioni di passeri francescani, gabbiani, sciabordìo di onde, il vento fra i salici, passi nella brughiera, voci carpite in lontananza si accavallano a campanelle tibetane, chitarre accarezzate, ukulele e il giusto apporto di elettronica sotto forma di tappeti e loop discreti. propriamente ciò che ci si potrebbe aspettare da cotanta copertina unita a titoli e strumentazione summenzionati. e se non bastasse ad esplicitare ecco dunque un video girato esattamente un anno addietro fra le verdi praterie del Belgio (?!?)…

i due paiono fare abbastanza sul serio da escludere l’ipotesi dell’intontimento ventilata più sopra. a me pare un buon disco per salutare la primavera che finalmente pare giunta fra noi, una fragranza tascabile da somministrarsi per via acustica nel qual caso non si potesse raggiungere urgentemente un prato fiorito o un bosco odoroso di verzura.

prima di chiudere questo post propongo uno di quegli scambi che molti anni addietro si potevano fare con le figurine dei calciatori. siccome seguo con una certa attenzione la carriera di Federico Durand ci terrei parecchio a poter ascoltare un disco uscito unicamente in vinile per la Drag City l’anno scorso: Every Hidden Color è la ragione sociale sotto cui si cela la collaborazione fra il nostro argentino e l’altrettanto promettente musicista di Chicago che porta il nome di Nicholas Szczepanik. il loro disco si intitola Luz (due sole lunghe tracce per ogni facciata vinilica) e sono disposto a scambiarlo con una cassetta abbastanza rara di Federico Durand dal titolo Adormidera uscita un anno fa nell’esiguo numero di 50 copie per le etichette Pudú (label personale dell’artista) e la SNPB (Brasile).
è tutto.
buona primavera e buon ascolto.

Questa voce è stata pubblicata in 2013. Contrassegna il permalink.

6 risposte a Melodía
Saudades

  1. bertuccia scrive:

    Mi piace! bel commento intelligente e originale eh?
    orrait?

    • borguez scrive:

      ti sei spinta fin quaggiù (o quassù)!
      ne sono lieto assai.
      adesso che i dischi stanno scomparendo e pure i nostri eroi musicali non stanno tanto bene è diventato questo il modo di “scambiarsi” musica. mi piaceva compilare compilations e scambiare fisicamente musica ma tutto è cambiato ed ora è tutto liquido: “sguignolo” verrebbe da dire!
      ma con la musica non riesco a smettere davvero e me ne sto arroccato e abbarbicato fra questo blog ed i miei pensieri a godere (spesso in solitudine) di musiche che amo.
      avere compagnia, la tua, fa piacere.
      spero davvero di trovarti presto perché il vino, sebbene sia liquido, in rete ancora non lo si può somministrare.
      un abbraccio

      • bertuccia scrive:

        Ascolto con piacere la “tua” musica, come facevo con il walkman smistando cartoline.Sia il primo che le seconde non esistono (quasi)più.Come dice un saggio e comune amico-l’importante è essere vecchi dentro-
        A prrrr

  2. Trickypau scrive:

    Scambio accettato con piacere, caro Borg!

    Te deseo una feliz primavera, y que sea llena de… luz!
    http://dfiles.eu/files/kmntaheu1?redirect

    • borguez scrive:

      meraviglioso, non ci speravo più!
      oltre a rivalutare la nobile arte del baratto il tuo gesto ha restituito fiducia alle possibilità di comunicazione di quseto blog: la fuori c’è qualcuno ed è pure esperto e generoso!
      ancora grazie,
      a presto

Rispondi a borguez Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.