
ancor prima di proferire qualsiasi parola o di scriverne altre, consiglio di prendersi la briga di cliccare qui sotto…
Nina Simone che canta in italiano un pezzo dei primissimi Bee Gees con il testo tradotto in italiano da Gino Paoli. Così Ti Amo (To Love Somebody appunto) apre un doppio appena uscito per la Sony-Bmg che tenta di raccogliere (con gesto furbo ma mirabile) una serie di inediti del periodo più denso della produzione della pianista e cantante. quello compreso fra il 1967 e il 1973. l’impegno politico, l’affracamento (grazie ad un successo consolidato) dalle scelte meramente commerciali e la libertà espressiva manifestata in decine di concerti.
mi rendo conto che potrei usare altri aggettivi, ma questo disco è semplicemente splendido. di una freschezza che stordisce. già fuori da qualsiasi idea di contesto temporale e ben oltre l’idea di classico. ci si è forse troppo presto abituati al fascino di una voce che ancora molto, a cinque anni di distanza dalla morte, continua ad esprimere.
25 brani straordinari. un saggio enorme della capacità compositiva ed interpretativa di una pianista classica giunta alla musica secolare un poco restia e titubante, ma pur sempre irriverente e scomoda malgrado un stile inarrivabile.
ballate soul (Do I Move You, Tell It Like It Is, Save Me) e preghiere in odore di gospel (Peace of Mind, What Have They Done To My Song Ma). intimismi per piano e voce (In Love In Vain, The Man With The Horn, Come Ye, Take My Hand Precious Lord) e versioni inedite di suoi classici (To Be Young Gifted And Black, Ain’t Got No-I Got Life). una preghiera sentita, espansa e misericordiosa per MLK (Why The King Of Love Is Dead), un proto-rap un po’ flamenco un po’ Arkestra di Sun Ra (22nd Century) e due incredibili commistioni fra soul ballad, jazz e lirismo classico. nessuno mi toglie dalla testa che sotto lo standard I’ll Look Around non stia scorrendo mite un Notturno di Chopin e poi Thandewye Spiritual dove un’invocazione è accompagnata in alto da un contrappunto degno di una fuga di Bach. pure meraviglie!
ma credo davvero che la grandezza di Nina Simone si misuri, in questo disco, in due diverse versioni live di Suzanne di Leonard Cohen. due live dello stesso anno, il 1969. lì nel mezzo splende la sua capacità interpretativa. la prima folksy, un poco Woodstock style, acustica e tribale così come poterono ascoltarla gli spettatori al Teatro Sistina di Roma…
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=GMb_vACGNCU&feature=related]
l’altra versione alla Philarmonic Hall di New York, stesso anno. diafana, impalpabile ed eterea. di una purezza ed una modernità che fa tremare i polsi. forse ancora più alta e santa di come la cantò il bardo canadese.
…e con lei mi congedo.