per una volta è piacevole uscire fuori dai monitor di questi nostri computatori personali e ricontestualizzare la possibilità di un incontro fuori dall’impersonale di rapporti misurati in byte e click. l’appuntamento è di quelli concreti, reali, localizzabili. è l’occasione di sollazzarsi alla frescura crepuscolare di un cortile romagnolo estivo e lì godere della visione di quattro film che si spalmeranno, uno per volta, allo scoccare del giorno 9 di ogni mese estivo a partire da giugno.
9 giugno, 9 luglio, 9 agosto, 9 settembre.
alice, oltre ad aprire il portone di casa sua, ha personalmente scelto i 4 film in proiezione e vi rimando a più sotto (ho copiato ed incollato) per tutte le motivazioni sottese. a me non resta che aggiungere alcuni ragguagli utili: l’incasso del botteghino non ci sarà perché la gratuità delle serate è la condizione necessaria, 7 metri quadri di schermo bianco professionale possono garantire la visione anche a chi siederà in fondo sotto al caco (che non ha ancora i frutti maturi), l’indirizzo facebook dell’iniziativa e quello dell’Associazione Culturale Favela Chic per la quale le proiezioni rappresentano una branchia delocalizzata della programmazione estiva.
prima di estendere l’invito a tutta la cittadinanza attiva di questo blog non mi resta che rammentare l’indirizzo delle proiezioni che è Corso Garibaldi, 45 ad Alfonsine (Ravenna), dove trovate un cancello blu inconfondibile e che per ogni ulteriore ragguaglio la mail qui a fianco è disponibile. si comincia mercoledì 9 con il film Ko To Tamo Peva (del quale scrissi l’anno scorso) appena l’oscurità ci consentirà la corretta visione.
ultimo dato: ci sarò anch’io.
è tutto. qui di seguito le parole scelte da alice.
CINEJARDIN Piccola imbastitura di cinema in giardino
Eccolo il cinema che vive a lato, eccolo disambientato. Filo conduttore è il viaggio, lo spostamento, il movimento, la disabitudine, l’incontro. Il cinema che racconta quei pezzi di terra dove l’occhio di bue non illumina. Il cinema che viene scrollato e staccato dalle sale per essere riportato ai pochi, all’attenzione, al buio di un giardino in notturna. La lingua si fa ascoltare così differente e varia come è stata inventata, e sono dunque i sottotitoli a riportarne i significati.
È una rassegna imbastita, è il tentativo di una rassegna di cinema innestato.
KO TO TAMO PEVA
regia di Slobodan Ijan, con Pavle Vujisi, Dragan Nikoli, Bata Stojkovic
film in lingua originale sottotitolato
(Jugoslavia 1980, 86 min)
Il 5 aprile 1941, il giorno prima che scoppi la Seconda Guerra Mondiale, una camionetta che si crede un bus dai fenomenali e ridicoli conducenti porta una combriccola di variegati passeggeri fino a Belgrado. Il viaggio è quello degli incontri, della musica, delle differenti origini, dei diversi obiettivi, del cibo e del vino. All’arrivo ci sarà così la salvezza dalle bombe della Luftwaffe, la forza aerea tedesca, per chi non possiede terra, né scopi.
Un film del realismo balcanico divertente e ironico, che lascia in bocca il sapore di una canzoncina da portarsi nella doccia e un sorriso fabbricato dall’idea di speranza e possibilità.
LA BOCCA DEL LUPO
regia di Pietro Marcello, con Vincenzo Motta e Mary Monaco
film-documentario
(Italia 2009, 76 min)
Se Fabrizio De André avesse potuto filmare Genova, lo avrebbe fatto così.
Una storia di poesia vera, di amore vero tra due “irregolari” veri. Vincenzo si è fatto anni di carcere. Lì ha conosciuto Mary, che lo ha ricambiato amandolo. Si sono aspettati e voluti sin dal tempo del loro incontro dietro le sbarre, quando ancora si mandavano messaggi muti, registrati su cassette nascoste. Genova e la sua storia sono testimoni del loro incontro. A Genova ora condividono il loro destino furtivo con i compagni degli abissi, nel labirinto di Croce Bianca, via Pré, Sottoripa… nomi antichi di un posto non ancora moderno dove il Novecento si è incagliato come una nave senza ancora.
(premiato come miglior film al Torino Film Festival 2009)
MUNYURANGABO
regia di Lee Isaac Chung, con Josef Jeff Rutagengwa e Eric Ndorunkundiye
film in lingua originale sottotitolato
(Rwanda/USA 2007, 97 min)
Girato in 11 giorni, nelle zone di campagna intorno a Kigali in Ruanda, è il primo film girato interamente in kynyarwanda, la lingua nazionale ruandese.
Un racconto semplice, un canovaccio poco costruito con non-attori conosciuti sulla strada, per presentare il dramma del genocidio, visto con gli occhi di chi è sopravvissuto, eppure con altre ferite da rimarginare: quelle della memoria, della giustizia e del desiderio di vendetta.
È una storia senza inizio e senza fine. È un viaggio, un percorso, una terra battuta da passi che mostrano la potenzialità e la difficoltà di ogni incontro. Due ragazzi amici dovranno comprendere se davvero non possono far altro che considerarsi ancora avversari Hutu e Tutsi oppure se possono iniziare a sapersi semplicemente insieme
(presentato alla sezione “Un certain régard” del Festival di Cannes 2007)
LA PROMESSE
regia di Luc Dardenne e Jean-Pierre Dardenne, con Jérémie Renier e Olivier Gourmet
film in lingua originale sottotitolato
(Belgio 1996, 93 min)
Un figlio soddisfatto di essere ai servigi di una padre che ha inventato il mestiere di sfruttatore degli immigrati clandestini a Seraing, cittadina industriale belga. Poi una promessa. E i ricatti si rompono, per l’importanza di una parola e del pensiero che ad essa è legato. Mentre in questo tempo cerchiamo correnti alternative di comprensione umana, mentre le parole intercultura e immigrazione cominciano a soffiare tra le sillabe e ci sorprendiamo per un cinema che finalmente inizia a farci sentir parte di un mondo grande e vasto, nel 1996 i fratelli Dardenne riuscivano a descrivere una normalità acuta e bestiale in un film che racconta di persone con nomi e cognomi, carte d’identità e permessi di soggiorno, nascondigli e immensa fatica.