Ryley Walker
Primrose Green

Ryley WalkerRyley Walker
Primrose Green
(Dead Oceans, 2015)
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Questa voce è stata pubblicata in 2015, Adult Songwriting, Folk, Folk Jazz, Psy, Ryley Walker, Song, Soul Folk. Contrassegna il permalink.

4 risposte a Ryley Walker
Primrose Green

  1. SigurRos82 scrive:

    Questo promette bene….già dalla foto di copertina 😉

  2. TrickyPau scrive:

    In effetti la copertina esprime alla perfezione la dimensione del disco, ma poi a parlare è sempre la musica e, per quel che mi riguarda, un mese di ascolti ripetuti non sono bastati a ridimensionare la meraviglia e la magia di queste canzoni. Un lavoro che mi ha letteralmente stregato. Quel che stupisce di più è pensare che cotanta illuminazione sia frutto della penna di un venticinquenne. Chapeau

    Abbraccio ai due!

  3. borguez scrive:

    mi sto ritrovando a parlare di questo disco assai più di quanto immaginassi e questo, credo, segnala la caratura di questo disco. e quindi provo a ripartire da due premesse necessarie: la prima è che questo è un disco bellissimo e la seconda è che il ragazzo (25 anni) ha talento da vendere. ce ne sarebbe una terza ossia che nel disco suonano Frank Rosaly, Jason Adasiewicz e Fred Lonberg-Holm, e questo basterebbe ad osannarlo a cellophane chiuso.
    fatte le doverose premesse passo ad aggiungere che un poco mi stona vedere giungere un disco nel 2015 con quella copertina (Linda Perhacs docet) e soprattutto vederlo insignire del titolo del disco del mese dalla mia rivista “di riferimento” (sempre che questa espressione significhi qualcosa): sono un curioso e confido che la linea di progressione della storia della musica proceda (non giurerei se in avanti, ma “oltre” sì): questo disco si tuffa completamente nel passato (se si esclude una breve comparsa di una pseudo elettronica, più trovata che voluta, in un singolo pezzo) e pur sapendo dove collocarlo nella scansia dei dischi mi chiedo: fra qualche mese, quando questo disco avrà esaurito la sua propulsione di stretta attualità, ed io avrò voglia di ascoltare un disco che abbia esattamente quel mood lì, quelle sonorità ben note e quel pathos necessario; sceglierò questo o uno di Tim Hardin? Ryley Walker o Bert Jansch? Primrose Green o Happy Sad?
    io la risposta la so!

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